Ieri, 28 settembre 2016, alla Camera dei Deputati abbiamo approvato la legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni che ora passa all'esame del Senato.

Un Provvedimento importante che rimette al centro territori un tempo definiti marginali e che oggi, invece, vengono individuati come aree interne, come scrigno: termine perfetto per definire la grande potenzialità che hanno. Una legge che cerca di far fronte a questioni concrete che interessano il nostro Paese e la nostra Provincia: lo spopolamento, l’invecchiamento, l’indebolimento dei servizi pubblici e la “vitale” connessione alla rete internet veloce nelle aree meno popolate.

Un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove  tecnologie e la green economy.

I nostri 5.585 Piccoli Comuni amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre 10 milioni di italiani.  Non sono un’eredità del passato, ma una straordinariaoccasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. 

Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti. 

Tra le misure principali:

– diffusione della banda larga e misure di sostegno per l’artigianato digitale;

– semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi;  

– interventi di  manutenzione del territorio con priorità per la  tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico;

– messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico;

– acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono; 

– possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo;

– realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici e di mobilità dolce;

– possibilità di acquisire di binari dismessi e non recuperabili all’esercizio ferroviario, da utilizzare come piste ciclabili;.

– dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, possibilità per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare  bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali;

– facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi, in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, nonché per attività di volontariato e culturali;

– interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli comuni;

– promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e del loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica.

Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023.

 

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Belluno, 29 settembre 2016